Oggi scendo dal Van. Sono stati anni di grande impegno, grandi soddisfazioni e tanta strada percorsa insieme. E come in ogni viaggio che si rispetti, il bagaglio con cui torno pesa più di quando sono partito.
Tutto è iniziato un po’ per caso: Luca e Steven cercavano una persona che si occupasse della campagna banner in seguito alla vincita di un’importante gara. È stato evidente da subito che avremmo potuto puntare più in alto. Così ho investito su di loro e loro su di me. Sì, perché la mia proposta fu inusuale: proposi infatti di iniziare part-time a condizione che inserissero subito anche Gaia, mia storica collega e ora anche compagna di vita. A quel punto – come ha fatto notare Luca di fronte a qualche legittimo dubbio (“ma come? Due in un colpo solo?”) – The Van non aveva una risorsa ma un team digital. E in effetti…
Dare una scossa digitale a una realtà analogica e accollarmi per molto tempo l’onere di studiare l’innovazione del mio settore e trasmetterla in The Van, è stata una sfida impegnativa, ma ne è valsa la pena, almeno per tre motivi:
- Ho avuto l’opportunità di collaborare con una redazione di giornalisti professionisti, una casa di produzione video e un team di visual specialist. Tutti interni all’agenzia. Vi assicuro che non è scontato. Fare content marketing con queste premesse è un lusso che pochi possono permettersi.
- Ho avuto modo di lavorare con persone molto creative. Avevo già lavorato con art director eccellenti ma in The Van ho scoperto il concetto di idea creativa, oltre alla visual identity.
- Ho avuto fiducia. Da parte dei colleghi, che si sono fidati delle mie scelte e da parte dei soci, che mi hanno dato l’opportunità da un lato di prendere decisioni e contribuire alle sorti dell’agenzia, dall’altro di occuparmi di tematiche manageriali più orizzontali, legate all’organizzazione e ai clienti.
Leggendo fino a qui, c’è da chiedersi il perché della mia scelta.
Ho deciso di cambiare per affinare le mie competenze. Spero di essere stato un giocatore importante nella Serie A della comunicazione, ora mi metterò alla prova, sempre in Serie A, ma in uno sport un po’ differente: il marketing.
La decisione non è stata presa a cuor leggero, ma sento il bisogno di completarmi e, a volte per crescere, bisogna cambiare, rimettersi in gioco e continuare a investire su se stessi. Io la strada comoda penso di non averla mai presa.
Ringrazio quindi Luca e Steven. Avete creduto in me (e in Gaia), mi avete dato l’opportunità di proporre, decidere, fare e avete investito su di me. Anch’io ho investito su di voi. Sembra sia andata molto bene. Che ne dite?
Vi ringrazio anche per come ci lasciamo. Il rapporto umano va oltre quello lavorativo e il vostro sostegno in questa decisione è stato importante. So che continueremo a vederci e sentirci, magari un giorno, sotto vesti differenti, collaboreremo ancora e faremo cose anche più belle di quelle fatte fino ad oggi.
Ringrazio Valeria e Roberto che sono prima amici e poi colleghi. Ringrazio tutti i colleghi ed ex-colleghi, i collaboratori e i clienti. Ognuno partecipa ogni giorno a rendere The Van un posto speciale, dove si lavora volentieri, dove si affrontano i progetti con entusiasmo e buon umore. Dove non ci si tira mai indietro.
E ringrazio te Gaia, abbiamo lavorato – fianco a fianco – dal mio primo stage a oggi: ora non sarà più così e dispiace a entrambi. Tu però mi hai appoggiato in questa difficile decisione. D’altra parte si sa: al fianco di ogni piccolo uomo che cerca di diventare grande, c’è una grande donna che lo guarda con affetto e poi alza gli occhi al cielo!
Dai ragazzi, ci vediamo presto per una birra o per un evento Drums!